I Film
  
CANNES 2019: Les  Misérables
di Ladj  Ly, con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djibril Zongacon
FRANCIA    2019
  Nella periferia di Parigi lavorano insieme un  poliziotto buono, che riflette sul fare, e uno cattivo, che perquisisce le  ragazze solo per il gusto di umiliarle. E c’è quello a metà strada, che non sa  prendere posizione. Intorno a loro la classica banlieu francese composta da  mille etnie che, tutte insieme, sono una specie di polveriera sul punto di  esplodere: soprattutto quando il furto di un leoncino, in un circo, scatena i  gitani contro gli africani. Ad averlo (innocentemente) compiuto è un ragazzino  che, proprio perché sente (e non sopporta) quel tipo di tensione sociale,  inconsciamente vuole urlarla del tutto, forse nell’impossibile tentativo di  annullarla.
  
  ”Les Misérables” – vincitore del Premio della Giuria,  a Cannes 2019 – è durissimo, soprattutto il suo finale aperto che costringe lo  spettatore a entrare dentro lo schermo per costruirla lui, la “soluzione”,  ammesso che la si possa trovare. Perciò questo fantastico film, che nasce da un  documentario e poi da un cortometraggio, cioè da un lavoro stratificato negli  anni che è diventato lungometraggio dopo una lunga costruzione narrativa, è un Croccante  alle mandorle. Queste ultime sono amare, sì, come amaro è quel contesto  sociale, ma la dolcezza dello zucchero intorno racconta di sentimenti che nelle  singole famiglie – persino dei poliziotti – ancora esiste(rebbe). Il fatto è  che quella dolcezza, cioè quel tesoro relazionale, si è come cristallizzato per  colpa delle tensioni e della potenziale violenza del mondo di fuori, fino a  diventare qualcosa di durissimo in grado di nasconderla. Proprio come lo  zucchero che, nel croccante, una volta asciugato diventa “muro”: fra le  mandorle, cioè fra le persone, cioè fra i sentimenti, cioè fra le bellezze  dell’essere diversi.  
  
Marco  Lombardi